“Lo psicologo tedesco Jung Lebeneuer
scrisse che esistono due forme estreme di gelosia. Una forma lieve,
quasi impercettibile; e una forma intensa, al limite della malattia.
Nel mezzo, secondo l'illustre scienziato, quella normalità che
permette di vivere a cavallo tra fiducia sospettosa e abbandono
controllato all'altro. Spesso le persone, soprattutto le donne
confondono la forma lieve per indifferenza e quella intensa come
passione. Non essere gelosi è impossibile, sosteneva Lebeneur,
perchè l'uomo è un animale territoriale e nella sfera del suo
territorio sono compresi anche gli organi genitali altrui. Può,
tuttavia, compensare il proprio bisogno di dominio con un senso di
sicurezza che per qualche ragione gli matura dentro. Non esistono
regole e non esistono basi per costruire tale sicurezza, l'unica cui
vera fonte è rappresentata, parole dello psicologo tedesco, da una
solida e inattaccabile reciprocità, un livello dinamico di parità
che consente alle parti di sostituire la gelosia con altre
sensazioni, meno lancinanti per lo stomaco, meno oscure per il
cervello.”
“E' un approccio interessante”
“Non saprei”
“Lo so io; io so sempre tutto”
“Ah”
“Ah.
“Bene”
“C'è un poi?”
“Quando lesse di nascosto il
messaggio che aveva inviato ad un suo vecchio e mai scomparso amante,
ebbe dapprima un moto di sarcasmo e poi una botta di nausea, infine
una rabbia animale, invasante e demoniaca. Inarrestabile. Ai suoi
piedi, la signora Lebeneuer non respirava più.”